sabato 2 marzo 2013

LIGA, 26.A GIORNATA, IL CLASICO: REAL MADRID-BARCELLONA 2-1



Il Real, per la quinta volta consecutiva, esce imbattuto dall’eterna sfida contro gli odiati rivali blaugrana. Un successo che fa seguito al pesante 3-1 ottenuto al Camp Nou, in Copa del Rey, solo tre giorni fa e  conferma il momento particolarmente delicato del Barcellona, ormai lento, compassato e decisamente previdibile. Sin dalla lettura delle formazioni si intuisce che per Mou questa sfida – nonostante l’immenso prestigio –  è solo un passaggio in vista del match di martedì all’Old Trafford, quando le merengues si giocheranno la qualificazione  ai quarti di Champions League: il portoghese, infatti, opta per un ampio turn-over, con CR7, Khedira e Ozil in panchina. Nel Barça, oltre al’indisponibile Xavi, vanno in panchina Puyol e Fabregas, mentre scendono in campo i “canterani” Pedro e Thiago.
La gara s’accende subito: Morata, schierato a sinistra al posto di Cristiano Ronaldo, s’invola sulla fascia ed effettua un traversone dalla sinistra, Mascherano non raggiunge il pallone e Benzema, solo soletto nell’area piccola, non deve far altro che spingere il pallone in rete. Il Barça mantiene sovente il pallone fra i piedi, ma la manovra è lenta e previdibile, e per il Real – ben disposto in fase difensiva da Mou – è un gioco da ragazzi mantenere al sicuro la porta difesa da Diego Lopez. Al diciassettesimo arriva il pareggio ospite: Dani Alves serve uno splendido filtrante per Messi, l’argentino entra in area, controlla il pallone e, grazie alla poca pressione portata da Ramos, batte Diego Lopez (piazzato malissimo) sul primo palo. Da questo momento è la noia a farla da padrona. Il Barça mantiene il pallone fra i piedi e non affonda mai, ne per via centrali ne – tanto meno – sugli esterni, complice un Real che sembra accontentarsi del punticino. Alla mezz’ora, il taccuino segnala un tiro centrale di Messi facilmente parato da Lopez, ma per vivere un’emozione degna di nota  bisogna aspettare il trentottesimo: Modric affonda sulla destra e serve un pallone nell’area piccola, ma Morata, leggermente in ritardo sull’invito a nozze del croato, effettua un colpo di testa che si spegne sull’esterno della rete. Gli ultimi cinque minuti del primo tempo regalano solo sbadigli.
La prima occasione del secondo tempo è, al settimo, per il Barça, ma lo splendido assist di Messi per Pedro viene deviato in corner da un difensore avversario. Quattro minuti dopo sono ancora i blaugrana a rendersi pericolosi nell’area del Real, ma Varene è bravissimo ad anticipare Villa.  Mou, forse intimorito dalla pressione avversaria, opta per un doppio cambio: fuori Kakà e Benzema, dentro l’acclamatissimo Cristiano Ronaldo e Khedira; in virtù di queste sostituzioni, Morata viene spostato al centro dell’attacco mentre Modric viene avanzato sulla linea dei trequartisti. La partita sale d’intensità : fioccano i cartellini e la partita  (grazie al cielo)  inizia ad essere gradevole anche dal punto di vista agonistico. Al ventesimo Cristiano Ronaldo, con una punizione delle sue, costringe Valdes ad un difficile intervento. L’ingresso del portoghese rivitalizza il Real, che, finalmente, è più pericoloso in fase offensiva. A quindici minuti dal termine, Morata, solo a tu per tu con Victor Valdes, spara a lato per la disperazione di tutto il Bernabeu. Il Real insiste e all’ottantaduesimo viene premiato: calcio d’angolo magistralmente eseguito da Modric, Sergio Ramos anticipa Piquè e, con un bellissimo stacco di testa, trova il gol del vantaggio merengues.  Al quarantatreesimo è ancora Cristiano Ronaldo il protagonista assoluto, ma la fantastica punizione dell’ex red devils si spegne sulla traversa. Al novantaduesimo l’episodio che, con ogni probabilità, farà discutere a lungo: Adriano, subentrato nel corso della ripresa, cade in area di rigore dopo uno scontro con Ramos. L’arbitro, forse tratto in inganno dalla caduta troppo accentuata del brasiliano, non concede il penalty, suscitando le ire dei giocatori catalani, che, al termine della partita,  protestano platealmente nei confronti della terna arbitrale; a farne le spese è Valdes, che esprime in maniera troppo vibrante il suo dissenso e viene espulso.
Non è stato un clasico indimenticabile; anzi, forse è stato il meno interessante degli ultimi dieci anni. Il campionato, come recita la classifica, è già chiuso da un pezzo: i due tecnici, di conseguenza, hanno pensato agli impegni futuri di Champions, attuando un turn-over come mai s’era visto in un “derby di Spagna”. Nel Real da rimarcare le belle prove offerte da Varene, Morata e – soprattutto – Modric, finalmente a suo agio nel ruolo di play basso davanti alla difesa. Ed è proprio l’ottima prova dell’ex Spurs la nota più lieta in casa Real. Schierato al posto di Xabi Alonso, il croato ha dato un saggio delle  sue ottime doti tecniche, risultando decisivo con un assist vincente  e alcune giocate sopraffine; peccato, però, che non possa convivere tatticamente con il basco, e che il suo acquisto – al tirar delle somme – sia stato inutile, specie se rapportato all’esborso economico sostenuto. Male Kakà e Benzema, anche se il francese ha avuto il merito di segnare il gol che ha sbloccato il match. Il Barcellona pare  in crisi a livello psicologico: oltre all’atavica lentezza nel costruire il gioco e agli inserimenti con il contagocce degli esterni offensivi, i blaugrana sembrano prigionieri della propria grandezza. Sono bastati due pesanti stop (Champions e Copa del Rey), per scalfire le certezze di Messi & C., ma il ciclo – nonostante in tanti pensino il contrario – è lungi dal definirsi chiuso.  E la classifica, in tal senso, non mente.  Tre sconfitte significano crisi. E non de profudis.RID: Diego López, Varane, Pepe, Sergio Ramos, Coentrão, Kaká, Essien, Modric, Callejón, Morata, Benzema

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