domenica 26 giugno 2011

Al Mexico la Gold Cup 2011: States battuti 4-2



La Gold Cup parla ancora spagnolo. Il Mexico, trionfatore anche dell'ultima edizione del 2009, si aggiudica la sesta gold cup della sua storia (nove trionfi se si considera anche la vecchia Concacaf Cup, antesignana dell'attuale Gold Cup),al termine di una partita incredibile , ricca di colpi scena e di errori difensivi imbarazzanti.

Il primo tempo termina 2-2, ma gli States sciupano l'immeritato doppio vantaggio.
Tutte le marcature avvengono grazie alla complicità delle difese : la prima rete di Bradley, realizzata con un possente colpo di testa su azione di calcio d'angolo, viene agevolata da Israel Castro , che nell'occasione non si accorge dell'inserimento dell'ex centrocampista del Gladbach; la seconda rete è merito principalmente della premiata ditta Dempsey-Donovan, ma la posizione di Marquez e l'incertezza di Moreno,agevolano decisamente l'ex giocatore del Bayern Monaco (autore comunque di una prova molto deludente); il gol che consente ai messicani di accorciare la distanze, è frutto dell'atteggiamento inspiegabilmente offensivo degli States (bravo comunque il Chicarito nel vedere e servire Barrera); il gol del momentaneo pareggio,è agevolato da una topica colossale di Lichaj, che ,impaurito nel vedersi alle spalle Hernandez, serve di fatto un assist a Guardado.
Si va al riposo sul punteggio di parità, ma ai punti meriterebbe di vincere il Messico, sempre pericoloso e propositivo anche nella situazione di doppio svantaggio.

Avvio di ripresa sfolgarante dei messicani, che trovano subito il gol del vantaggio con Barrera, bravo a sfruttare nel migliore dei modi un prezioso assist di Guardado; nell'occassione errore di posizione di Bocanegra, che non scala a sinistra e lascia l'esterno messicano del West Ham solo davanti a Howard.
Gli Stati Uniti provano a scuotersi, ma aldilà della traversa di Dempsey e di una punizione da buona posizione di Donavan parata facilmente, non sembrano in grado di poter ribaltare il risultato. Il sesto gol dell'incontro è una spendida invenzione di Giovani Dos Santos, agevolata,anche in questo caso, dalla sterile pressione dei difensori avversari (in primis ancora Bocanegra) .
Visto il gioco espresso , la conferma e rinascita (Dos Santos?) di alcuni talenti, la vittoria dei messicani è ampiamente meritata. Davvero un peccato non poter vedere questo Mexico alla prossima Copa America, dove giocherà una selezione under 23; gli uomini di De la Torre,molto probabilmente, non avrebbero portato a casa la coppa, ma sicuramente ci avrebbero fatto divertire.

PAGELLE:
Usa: Howard 5 , Lichaj 4 , Bocanegra 4 , Goodson 5 , Cherundolo s.v. ( dall'11° Bornstein 4,5) , Dempsey 6 , Bradley 6, Jones 5 , Bedoya 4,5 ( dal 63° Agudelo 5) , Donovan 5 , Adu 5,5 (dall'86° Kljestan s.v.) All. Bradley 4,5 

Mexico: Talavera 5,5 , Marquez 4,5 (dal 43° Reynoso 6) , Moreno 5,5 , Salcido 5 (dal 28°J.Torres 6,5),Guardado 7,5, Torrado 7 ,  Castro 5,5 , Barrera 7,5(dal 75 °Zavala s.v.), Juarez 6 , Giovani Dos Santos 8, Hernandez 6    All. De la Torre 6

lunedì 13 giugno 2011

Europeo under 21: Spagna- Inghilterra 1-1


In un campionato europeo under 21 privo di alcune grandissime rappresentative come Italia, Germania,Francia,Portogallo e tutte le nazionali della ex Jugoslavia , la partita di ieri fra le furie rosse e la nazionale inglese rappresentava il momento più atteso della fase a gironi della manifestazione.

La partita inizia ,com'era facilmente intuibile,con la Spagna che domina nel possesso palla, mentre gli inglesi provano a giocare di rimessa cercando di sfruttare la velocità sulle fasce ,specie quella sinistra ,dove Rose dimostra tutta la sua prorompente fisicità , ma pecca di precisione in molti cross effettuati.

Il gol del vantaggio spagnolo, segnato di mano da Herrera dopo solo quindici minuti, incanala la partita  a favore degli uomini di Milla che però, nonostante un possesso palla nettamente superiore, non riescono più a creare nessun serio pericolo alla retroguardia inglese.  La fine del primo tempo si chiude con gli spagnoli in vantaggio, anche se sono gli inglesi che vanno vicinissimi al pareggio con Sturridge: nell'occasione bravissimo De Gea ,che  con un miracolo mette il pallone in calcio d'angolo.

La ripresa  inizia sulla falsariga della prima frazione di gioco, con gli spagnoli, trascinati dall’ottimo terzetto Thiago-Javi Martinez- Herrera , dominatori del centrocampo; il dominio della zona nevralgica del campo non  porta,tuttavia, a  nessuna chiara azione da gol, ad eccezione di un tiro di Mata ad inizio ripresa, che costringe Fielding a compiere una  prodigiosa parata. Quando la partita sembra volgere al termine, e  il risultato per le furie rosse pare ormai acquisito, Welbeck, in posizone di fuorigioco, segna il gol del pareggio grazie a una  colossale dormita della difesa avversaria.

Per gli inglesi preziosissimo punto contro un avversario che ha dimostrato di esser  superiore, mentre gli spagnoli-molte volte troppo leziosi- pagano a caro prezzo la loro ostinata ricerca dell’esteticità a discapito della praticità.

Pagelle

Spagna: De Gea 6,5 , Montoya 6 , Botia 5 , A.Dominguez 5,5 ,  Didac 5 ; Thiago 6,5 , J. Martinez 7 , Herrera 7 ; Mata 7 , Adrian 4,5 , Jeffren 5 Sub:  Parejo 5,5 , Bojan s.v. , Capel s.v.  All. Milla 5,5

Inghilterra: Fielding 6,5 , Walker 6,5 . Jones 5,5 , Smalling 6 , Bertrand 5,5 ; Cleverly 5,Mancienne 4,5 , Henderson 5 , Rose 6 ;  Welbeck 6 , Sturridge 6   Sub: Rodwell 6 , Lansbury 5 , Sinclair 6 All.Pearce 5

sabato 11 giugno 2011

Jacopo Morelli & Confindustria : povera Italia..............


Trenatacinque anni, imprenditore operante nel settore dell'arredamento , titolare di una società di consulenza internet ,Jacopo Morelli è da poco più di un mese il presidente dei giovani imprenditori di Confindustria.
Nato nel 1975 , dopo aver condotto studi classico-umanistici si laurea in Economia presso l'Università di Firenze , per poi iniziare nel 2004 una carriera "politica" all'interno delle varie associazioni locali e regionali dei giovani imprenditori.  Il grande salto nel 2008, con la nomina a vice-presidente nazionale ,con delega all'economia, dei giovani imprenditori di Confindustria.

La ditta - di famiglia- è la MobilMarket di Figline Valdarno, nata negli anni d'oro del boom economico degli anni 60', rivolta principalmente a una fascia di clientela dalle buone possibilità economiche ,anche se da metà anni 90', grazie all'apertura di due nuovi ampi store, lo slogan della ditta è "il lusso democratico", ovvero mobili di alta qualità a prezzi accessibili per tutte le tasche.  Il successo di MobilMarket è indubbio, grazie anche ad una martellante attività promozionale sulle tv locali e regionali  che si propaga sin dalla metà anni 80'.
Lo slogan "lusso democratico" ,invece, trova il tempo che trova: sul sito un divano slide viene venduto, con lo sconto del 35%, a €. 850 , di contro all'Ikea costerebbe  fra i 330-450 € a prezzo pieno. La qualità , come è giusto che sia, si paga sempre, a dispetto degli slogan promozionali.....
Se la ditta è di famiglia, il nostro Jacopo decide bene di aprire-individualmente- una società di servizi di consulenza internet. Se volete vedere i servizi offerti da questa società basta collegarsi a questo link: http://www.kamelot.it/.  Ad oggi, 10/06/2011, non si sa nulla; alquanto singolare  per  una società di consulenza internet aver un sito senza nessuna informazione!

Ieri a Santa Margherita Ligure,nel tradizionale convegno annuale, il grande debutto come presidente nazionale dei giovani imprenditori.  Le proposte di Morelli sono state le seguenti: aumento dell'età pensionabile a 70 anni per entrambi i sessi ; no al quoziente famigliare e sì ad aliquote più basse per le donne, in modo da incentivare l'occupazione femminile; abbassare l'aliquota Irap , abbattendola per le imprese di nuova costituzione; detessazione per i nuovi assunti, perchè  il cuneo fiscale che pesa sugli stessi è troppo elevato e disincentiva la loro assunzione. In questo modo Morelli pensa che l'Italia si possa riprendere, l'economia rilanciarsi e vivere tutti felici e contenti.

Queste proposte mi portano a due riflessioni: Morelli viene da Marte oppure, come da tradizione, Confindustria tira in ballo gli interessi della nazione per cercare di fare i propri.
L'equiparazione dell'età pensionabile è un concetto sbagliatissimo, visto che normalmente le donne , una volta terminata la giornata lavorativa, devono sbrigare anche la maggior parte delle faccende domestiche.Si vuole incentivare l'occupazione femminile-specie nell'Italia meridionale- chiedendo aliquote di favore , ma contestualmente  si vuol far lavorare le donne fino a settanta anni: sicuri del successo dell'iniziativa?  Caro Morelli, non tutti possiamo permetterci la badante, il maggiordomo o la donna delle pulizie.....

La proposta dell'innalzamento dell'età pensionabile a 70 anni è parecchio demagogica, considerato il discorso esposto ieri al convegno  rivolto essenzialmente all'aumento dell'occupazione giovanile. Le imprese non creano nuovi posti di lavoro, però si dicono disposte a far entrare i giovani -ovviamente con sgravi fiscali che pesano sul bilancio dello stato- e allungare la permanenza degli attuali occupati. Si vogliono salvaguardare- giustamente- i lavori usuranti fisicamente, ma i lavori usuranti pscicologicamente e celebralmente, non censentono certo di mantenere alti livelli di produttività in età avanzata. Lasciare le cose come stanno oggi, ma riformando in modo serio la previdenza complementare,attualmente favorevole solo a banche e assicurazioni, non potrebbe essere una soluzione? L'innalzamento della prospettiva dell'età media di vita richiede una seria riflessione sull'intero sistema previdenziale, ma la soluzione non può essere lavorare per cinquant'anni!

L'Irap! Sono tredici anni, ovvero da quando è stata introdotta, che gli imprenditori ne chiedono l'abbassamento e l'abbattimento.Questa tassa colpisce le società di capitali- fra cui banche e assicurazioni- e non le piccole e medie imprese o gli artigiani. Logico dedurre che , per l'ennessima volta, si andrebbe incontro alle esigenze di chi  può già  disporre di ricchezza e fatturati importanti.  L'imposta regionale sulle attività produttive è già stata stata abbassata negli ultimi cinque anni  nell'intento di aiutare le imprese e l'occupazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il risparmio  per le società di capitali c'è stato mentre  l'occupazione a tempo indeterminato non è cresciuta. Altra domanda che rivolgo a Morelli : ma come mai quando fate proposte concrete per abbassare la pressione fiscale a vostra carico non fate anche delle proposte concrete per la lotta all'evasione fiscale?  Se un imprenditore iscritto a Confindustria venisse condannato per evasione ,anche solo con  sanzione pecuniaria,  lo radiereste? La lotta all'evasione è il fulcro del rilancio economico e morale del nostro paese , i vostri dipendenti pagano le tasse dal primo all'ultimo euro, mentre molti imprenditori o partite IVA non fanno altrettanto.

Sulla detassazione dei nuovi assunti sono perfettamente d'accordo, ma la volete solo per pagare meno tasse o per lasciare più soldi in busta paga al giovane lavoratore? Se risparmiate fiscalmente 100 , almeno 50 deve rimanere in busta al dipendente, altrimenti il beneficio è solo vostro , l'economia "non gira" e lo stato perde preziose entrate. Perchè al discorso fiscale non vengono accompagnate proposte per diminuire la precarietà? Se lo stato venisse incontro alle vostre richieste ,  saresti disposti ad accettare la cancellazione di molte forme di contratto di lavoro atipico che danno pochissimi diritti-e soldi- ai lavoratori? Non vi sembra opportuno stabilire un tetto massimo ( 24 mesi?) per i contratti a tempo determinato?


Caro Morelli, lei è giovane e segue la linea tracciata qualche anno fa da Montezemolo  e proseguita ora  dalla Marcecaglia. La presidentessa di Confidustria, sempre in prima linea in difesa  dell'italianità , nei mesi scorsi ha aperto una fabbrica in Cina  in un momento in cui il gruppo Marcegaglia è ricorso, come nel caso dello stabilimento di Graffignana nel lodigiano, alla cassa integrazione. Ricapitolando: il presidente della più importante associazione imprenditoriale di un paese membro del G8, vuole meno tasse , dice di aver a cuore le sorti del paese e poi mette in cassa integrazione un centinaio di suoi dipendenti per aprire una fabbrica in Cina. Complimenti per la coerenza cara presidentessa e , visto che nei vostri discorsi si guarda sempre ad altre nazioni, sappia che nei paesi avanzati un comportamento del genere verrebbe fortemente criticato da tutti i mass media nazionali ( in Italia nessuno ne ha parlato) e ,probabilmente, la costringerebbero a rassegnare le dimissioni.

Se volete meno tasse dovete prendervi dei seri impegni nei confronti dello stato(  lotta all'evasione) e dei vostri dipendenti; la" fetta della torta" va suddivisa facendo partecipare i lavoratori agli utili delle aziende e non, come avviene adesso, dando piccoli incentivi legati alla produttività che favoriscono l'imprenditore e lasciano le briciole al lavoratore.

Il bene dello stato -e quindi della collettività- viene prima di ogni cosa. Mi dite perchè la Fiat, da dove proviene il vostro mentore L.C.D. , ha rimborsato dopo solo due anni il prestito ottenuto dallo stato americano e canadese  nell'operazione Chrysler, mentre in Italia di tutta la montagna di miliardi prestati non si è mai visto restituito un euro ?  Luca Cordero di Montezemolo, presidente Fiat fino ad aprile ed ora elemento di spicco dello stesso cda, vero ideologo di Confindustria avendone ricoperto la carica di presidente fino a poco tempo fa, è fortemente tentato dall'idea di fare qualcosa per il suo paese, ovvero di scendere nella grande arena politica. Io, francamente, la ringrazio per l'interessamento, ma da cittadino spero che prosegua la sua attività imprenditoriale, visto che di imprenditori prestati alla politica ce ne è bastato già uno e le proposte che la Confindustria avanza , sono un altro ,evidentissimo, conflitto d'interesse.....

sabato 4 giugno 2011

Fabio Grosso: l'eroe dimenticato.


Ore 22,42 del 9 luglio 2006 : un uomo con la maglia numero tre si avvicina lentamente verso il dischetto del calcio di rigore. L'Italia,ai calci di rigore, è in vantaggio 4-3   contro gli odiati rivali transalpini  nella finale che può valere il quarto titolo mondiale della storia azzurra. Mentre quel terzino, sconosciuto al grande pubblico di massaie e calciofili a cadenza quadriennale, si avvicina a piccoli passi all'area di rigore, mi ritornano in mente:  i rigori maledetti di Napoli;  le lacrime di Baresi e lo sguardo incredulo di Baggio a Pasadena; il volto fiero e sicuro di Di Biagio trasformarsi in una maschera di disperazione per l'addio al mondiale francese;  il gol mancato a porta vuota da Vieri che ci costa l'onta della vergogna coreana.  Palla in mano, l'ex trequartista dei campi di periferia abruzzese è ormai lì a undici metri dalla gloria o dalla vergogna: guarda l'arbitro e io ricordo il rigore conquistato-molto furbescamente- in extremis contro i canguri australiani; alza gli occhi e per allentare la tensione  si mordicchia labbra e lingua , mentre la mia mente ricorda l'incredibile gioia di cinque giorni prima per il gol realizzato contro i panzer padroni di casa,quando, in un caldissimo 4 luglio da finistre splancate per combattere invano l'afa , sentii,a notte avanzata,  un quartiere intero urlare ull'unisono gol, rete, siii e parolacce varie . Emozioni contrastanti: saranno ancora maledetti i calci di rigore o il protagonista a sorpresa ci porterà sul tetto del mondo dopo ventisei anni? Le favole sono belle solo se hanno il lieto fine e per Grosso, calciatore arrivato tardi nel calcio che conta, l'epilogo è scontato:  rincorsa, tiro mancino a incrociare alla sinistra dello spiazzato Barthez e rete! L'Italia è campione del mondo! Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo! Il cielo è azzurro sopra Berlino : siamo campioni del mondo!  Una nazione intera in estasi, una folla di gente per le strade della città con le bandiere tricolori , bambini entusiasti , donne in bikini  estasiate , anziani felici che ricordano, fra lo stupito e il divertito, di non aver visto così tanto entusiasmo neanche quando lo stivale si liberò dalla dittatura nazifascista.

Cinquanta milioni di persona in festa.  L'eroe del riscatto dell'Italia pallonara è lui,  Fabio Grosso, calciatore del Palermo ,acquistato prima dei mondiali tedeschi dalla blasonata Inter  per fare la riserva a Maxwell. Inizia il mondiale in panchina, poi , grazie alla sciagurata prova di Zaccardo contro gli USA, diviene titolare nella  partita,decisiva per la qualificazione  agli ottavi, contro i temuti rivali della Repubblica Ceca e resta padrone dalla mancina azzurra fino al termine del torneo.
Una vita tutta in rincorsa . Inizia da trequartista, calcalando le scene dei campi minori abruzzesi, dove si fa notare dagli osservatori del Chieti che decidono di portarlo in quarta serie, fra i professionisti. Nella città teatina gioca tre stagioni ed è fra i protagonisti assoluti della promozione in C/1 dei neroverdi. Le prestazioni di Fabio non passano inosservate agli occhi della dirigenza del Perugia, società che milita in serie A e che ama andare a pescare calciatori,a prezzi bassi, nelle serie minori , per poi rivenderli ,a caro prezzo , alle big del calcio italiano. Nella splendida città umbra l'incontro con Serse Cosmi , l'allenatore che, con il cambio di ruolo da trequartista a terzino alto del 3-5-2 perugino di inizio decennio, cambierà, profondamente, la storia professionale e umana di Grosso. Quello sconosciuto fantasista del mondo semi-professionistico abruzzese, diviene uno dei migliori terzini della serie A  . Il successivo passaggio  all'ambizioso Palermo zampariniano, gli consente di debuttare nelle coppe europee e  ,al pari dei compagni Toni,Barone,Zaccardo e Barzagli, di entrare stabilmente nel progetto mondiale lippiano. 
                ( Rosetana stagione 98-99 .  In piedi, il secondo da sx, Fabio Grosso)

Da Palermo all'Inter , nel mezzo il mondiale tedesco e l'ingresso nel gotha del calcio tricolore. L'avventura a Milano , complice anche qualche incomprensione con Mancini, non porta i frutti sperati  e il giocatore viene ceduto al Lione per 7,5 milioni di euro. In Francia due stagioni in chiaroscuro: la prima decisamente positiva con la conquista del titolo francese; la seconda inferiore alle aspettative, tanto che i dirigenti dell'O.L. decidono di acquistare dal Porto il promettente Cissokho e  lo cedono  alla Juventus.
Alla Juventus il rendimento di Fabio, così come quello della maggior parte dei compagni, è deludente. Il protagonista di Germania 06 viene messo alla berlina dai propri tifosi, dimenticato da tutti e finisce sul mercato. Grosso rifiuta qualsiasi destinazione , convinto di poter dire la sua nella Juve di Del Neri; effettivamente la concorrenza di Traore o De Ceglie non lo può spaventare, ma la dirigenza bianconera, contrariata per i trasferimenti estivi rifiutati, lo lascia ai margini della prima squadra, di fatto fuori rosa. L'ispettore Clouseau , alias Gigi Del Neri, lo reintegra nella rosa solo per estrema disperazione, a causa dei molteplici infortuni occorsi ai giocatori del reparto arretrato bianconero. Le prestazioni di Grosso dell'ultima stagione sono buone , ma i pregiudizi dell'ambiente juventino nei suoi confronti persistono.

Nessuna riconoscenza del calcio nostrano per quest'uomo. Da eroe a brocco  ,da protagonista a capro espiatorio di fallimenti altrui ; dalle prime pagine ,ai trafiletti delle notizie varie del calcio mercato.
Finito nel dimenticatoio l'eroe di un'estate magica, quella che ci ha fatto urlare al cielo la frase che ogni appassionato di calcio un giorno vorrebbe pronunciare: CAMPIONI DEL MONDO!