mercoledì 16 gennaio 2013

GUARDIOLA AL BAYERN: SCELTA INTELLIGENTE.


Se si accostava Guardiola alla cittadina bavarese sei mesi addietro, istintivamente si pensava alla coppa dalle grandi orecchie. L'Allianz, infatti, fu il teatro di una finale di Champions che Pep, a sorpresa, vide solo da spettatore, bloccato in semifinale da un Chelsea molto "italian-style": tutti chiusi dietro, palla lunga e pedalare. D'altronde il Barça di Pep si poteva fermare solo in quel modo, come dimostrò Mou nel 2010.

In questi sei lunghissimi mesi, Pep è stato accostato a più squadre, con le ricche inglesi Manchester City e Chelsea considerate, all'unisono, come le mete più papabili. Qualcuno, forse nel tentativo disperato di vendere qualche copia in più o per tornaconto personale, aveva ipotizzato suggestive piste italiane come Milan e Roma, ma il calcio italiano non ha più il fascino e, soprattutto, i soldi di un tempo. Nelle ultime settimane, però, si fa largo una pista mai tenuta seriamente in considerazione dai mass media: il Bayern Monaco. Sembra solo un rumors. Un depistaggio orchestrato da chissà quale misterioso soggetto della galassia calcio, per consentire al catalano di raggiungere Soriano e Beguiristain al City  o, in alternativa, di abbracciare i piedi vellutati delle mezze punte di Abramovich al Chelsea. Invece, con la discrezione che è le propria, la dirigenza bavarese tesseva le fila di un accordo clamoroso, che dà ulteriore fosforo alla squadre bavarese e, più in generale, a tutto il movimento calcistico tedesco. 

Ma come giocherà Pep in terra bavarese? Imposterà la squadra con la difesa a tre o con quella a quattro? Riuscirà a giocare con la famosa punta di peso? 
Fra i giocatori attualmente in rosa, balza all'occhio l'importanza che - con ogni probabilità -  assumerà Javi Martinez, centrocampista basco in grado di giocare anche in difesa (come dimostrato nell'ultima stagione trascorsa all'Athletic). A centrocampo gli intermedi potrebbero essere Kroos e Schweinsteiger, mentre la composizione del trio d'attacco risulta, Ribery a parte, di difficile soluzione. La punta centrale sarà - a nostro avviso - Gomez, o, perlomeno, sarà la scelta iniziale, visto che Pep vorrà dimostrare al mondo intero di saper giocare anche con una punta di peso. La scelta dell'esterno destro, invece, ricadrà fra Robben o Muller, anche se - a parità di condizione fisica - l'olandese parte avvantaggiato; il nazionale tedesco, invece, potrebbe diventare un jolly preziosissimo, sia da attaccante centrale che d'esterno, se non addirittura come mezzala nel caso in cui a centrocampo fossero impiegati Martinez e Schweinsteiger. Tutte ipotesi tattiche che, probabilmente, naufragheranno quest'estate, quando sicuramente arriveranno dei nuovi calciatori. In difesa risultano indispensabili le cessioni di Boateng e Badstuber e l'arrivo di un altro centrale (magari in grado di saper giocare in posizione di centro-destra in una difesa a tre) oltre a quello già certo di Kirchhoff. 
Un po' per gioco, un po' per diletto, abbiamo provato ad immaginarci come l'attuale Bayern si schiererebbe, oggi, se ci fosse Pep in panchina. Anche se quest'esercizio, molto probabilmente, verrà smentito in futuro dai fatti: Guardiola, ogni anno, s'inventa sempre qualcosa di nuovo a livello tattico.

                                      BAYERN VERSIONE 4-3-3                   
                                       


                                                           BAYERN VERSIONE  3-4-3



Preferire il Bayern alla ricche - ma dalla nobiltà decisamente inferiore - Chelsea e Manchester City, denota ancora una volta il profilo dell'uomo Guardiola, più attento ad aspetti che vanno oltre al "vil denaro". Ovvio, anche i bavaresi lo pagheranno profumatamente, ma il conto in banca sarebbe lievitato in misura maggiore se avesse ceduto alla corte dello "zar russo" o degli sceicchi. 
Ma cosa può garantire in più il Bayern? Semplice: la realizzazione di un progetto. I dirigenti tedeschi lasceranno a Guardiola il tempo necessario per poter sviluppare al meglio le proprie idee, sia a livello tecnico che societario, passando - molto probabilmente - per tematiche riguardanti il settore giovanile. Si profila, quindi, un ruolo molto simile a quello che ebbe Cruyff a Barcellona all'inizio degli anni 90', quando importò in terra catalana la metodologia di lavoro secolare dell'Ajax. Difficilmente, al City o al Chelsea, avrebbe potuto compiere un lavoro simile. E poi, in tutta onestà, la Premier è la Premier, ma vogliamo mettere il prestigio del Bayern con quello dei citizens e dei blues?

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