sabato 4 giugno 2011

Fabio Grosso: l'eroe dimenticato.


Ore 22,42 del 9 luglio 2006 : un uomo con la maglia numero tre si avvicina lentamente verso il dischetto del calcio di rigore. L'Italia,ai calci di rigore, è in vantaggio 4-3   contro gli odiati rivali transalpini  nella finale che può valere il quarto titolo mondiale della storia azzurra. Mentre quel terzino, sconosciuto al grande pubblico di massaie e calciofili a cadenza quadriennale, si avvicina a piccoli passi all'area di rigore, mi ritornano in mente:  i rigori maledetti di Napoli;  le lacrime di Baresi e lo sguardo incredulo di Baggio a Pasadena; il volto fiero e sicuro di Di Biagio trasformarsi in una maschera di disperazione per l'addio al mondiale francese;  il gol mancato a porta vuota da Vieri che ci costa l'onta della vergogna coreana.  Palla in mano, l'ex trequartista dei campi di periferia abruzzese è ormai lì a undici metri dalla gloria o dalla vergogna: guarda l'arbitro e io ricordo il rigore conquistato-molto furbescamente- in extremis contro i canguri australiani; alza gli occhi e per allentare la tensione  si mordicchia labbra e lingua , mentre la mia mente ricorda l'incredibile gioia di cinque giorni prima per il gol realizzato contro i panzer padroni di casa,quando, in un caldissimo 4 luglio da finistre splancate per combattere invano l'afa , sentii,a notte avanzata,  un quartiere intero urlare ull'unisono gol, rete, siii e parolacce varie . Emozioni contrastanti: saranno ancora maledetti i calci di rigore o il protagonista a sorpresa ci porterà sul tetto del mondo dopo ventisei anni? Le favole sono belle solo se hanno il lieto fine e per Grosso, calciatore arrivato tardi nel calcio che conta, l'epilogo è scontato:  rincorsa, tiro mancino a incrociare alla sinistra dello spiazzato Barthez e rete! L'Italia è campione del mondo! Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo! Il cielo è azzurro sopra Berlino : siamo campioni del mondo!  Una nazione intera in estasi, una folla di gente per le strade della città con le bandiere tricolori , bambini entusiasti , donne in bikini  estasiate , anziani felici che ricordano, fra lo stupito e il divertito, di non aver visto così tanto entusiasmo neanche quando lo stivale si liberò dalla dittatura nazifascista.

Cinquanta milioni di persona in festa.  L'eroe del riscatto dell'Italia pallonara è lui,  Fabio Grosso, calciatore del Palermo ,acquistato prima dei mondiali tedeschi dalla blasonata Inter  per fare la riserva a Maxwell. Inizia il mondiale in panchina, poi , grazie alla sciagurata prova di Zaccardo contro gli USA, diviene titolare nella  partita,decisiva per la qualificazione  agli ottavi, contro i temuti rivali della Repubblica Ceca e resta padrone dalla mancina azzurra fino al termine del torneo.
Una vita tutta in rincorsa . Inizia da trequartista, calcalando le scene dei campi minori abruzzesi, dove si fa notare dagli osservatori del Chieti che decidono di portarlo in quarta serie, fra i professionisti. Nella città teatina gioca tre stagioni ed è fra i protagonisti assoluti della promozione in C/1 dei neroverdi. Le prestazioni di Fabio non passano inosservate agli occhi della dirigenza del Perugia, società che milita in serie A e che ama andare a pescare calciatori,a prezzi bassi, nelle serie minori , per poi rivenderli ,a caro prezzo , alle big del calcio italiano. Nella splendida città umbra l'incontro con Serse Cosmi , l'allenatore che, con il cambio di ruolo da trequartista a terzino alto del 3-5-2 perugino di inizio decennio, cambierà, profondamente, la storia professionale e umana di Grosso. Quello sconosciuto fantasista del mondo semi-professionistico abruzzese, diviene uno dei migliori terzini della serie A  . Il successivo passaggio  all'ambizioso Palermo zampariniano, gli consente di debuttare nelle coppe europee e  ,al pari dei compagni Toni,Barone,Zaccardo e Barzagli, di entrare stabilmente nel progetto mondiale lippiano. 
                ( Rosetana stagione 98-99 .  In piedi, il secondo da sx, Fabio Grosso)

Da Palermo all'Inter , nel mezzo il mondiale tedesco e l'ingresso nel gotha del calcio tricolore. L'avventura a Milano , complice anche qualche incomprensione con Mancini, non porta i frutti sperati  e il giocatore viene ceduto al Lione per 7,5 milioni di euro. In Francia due stagioni in chiaroscuro: la prima decisamente positiva con la conquista del titolo francese; la seconda inferiore alle aspettative, tanto che i dirigenti dell'O.L. decidono di acquistare dal Porto il promettente Cissokho e  lo cedono  alla Juventus.
Alla Juventus il rendimento di Fabio, così come quello della maggior parte dei compagni, è deludente. Il protagonista di Germania 06 viene messo alla berlina dai propri tifosi, dimenticato da tutti e finisce sul mercato. Grosso rifiuta qualsiasi destinazione , convinto di poter dire la sua nella Juve di Del Neri; effettivamente la concorrenza di Traore o De Ceglie non lo può spaventare, ma la dirigenza bianconera, contrariata per i trasferimenti estivi rifiutati, lo lascia ai margini della prima squadra, di fatto fuori rosa. L'ispettore Clouseau , alias Gigi Del Neri, lo reintegra nella rosa solo per estrema disperazione, a causa dei molteplici infortuni occorsi ai giocatori del reparto arretrato bianconero. Le prestazioni di Grosso dell'ultima stagione sono buone , ma i pregiudizi dell'ambiente juventino nei suoi confronti persistono.

Nessuna riconoscenza del calcio nostrano per quest'uomo. Da eroe a brocco  ,da protagonista a capro espiatorio di fallimenti altrui ; dalle prime pagine ,ai trafiletti delle notizie varie del calcio mercato.
Finito nel dimenticatoio l'eroe di un'estate magica, quella che ci ha fatto urlare al cielo la frase che ogni appassionato di calcio un giorno vorrebbe pronunciare: CAMPIONI DEL MONDO!

1 commento:

  1. Cosa cazzo c'entra la "dittatura nazifascista" tra l'altro quella fascista voluta da milioni di italiani fascisti fino a quando nel 43' le cose si cominciarono a mettere male, con un rigore di un calciatore dimenticato!!! Inoltre dato che citi la storia, l'altra Italia quella dei traditori badogliani, aveva come governo un governo militare dittatoriale, scemo!

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