giovedì 25 aprile 2013

GOTZE AL BAYERN - BAVARESI PIGLIATUTTO: CHE GRANDE SFIDA, FORSE L'ULTIMA IN BUNDES, PER KLOPP.


Cosa poteva fare il Borussia? Niente. Questa è l'amara realtà. Nulla si può fare dinnanzi allo strapotere economico del Bayern, che dopo aver pagato l'intera clausola rescissoria (40 milioni) per strappare Martinez all'Athletic Bilbao, mette a segno - dopo aver bloccato da mesi Lewandowski -  il colpo più clamoroso della recente storia del calcio tedesco: Mario Gotze dal Borussia Dortmund. Un affare clamoroso, ma reso assai semplice dalla clausola rescissoria di trentasette milioni presente nel contratto del folletto schwarzgelben, che due anni fa, all'indomani del mancato trasferimento all'Arsenal per una cifra di poco superiore ai trenta milioni, pretese ed ottenne l'inserimento di detta postilla in sede di rinnovo contrattuale. Un colpo che a detta di molti parte da lontano, ovvero dal mancato passaggio di Reus al Bayern Monaco.
In pochi lo ricordano, ma nell'inverno a cavallo fra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, le due squadre diedero vita ad un appassionante duello per accaparrarsi il nuovo fenomeno del calcio tedesco, all'epoca militante nel Borussia M'Gladbach. Alla fine Reus, per amore verso i colori gialloneri - gli stessi che vestì fino all'età di sedici anni prima di essere scaricato al Rot Weiss Ahlen - decise di tornare nella natia Dortmund, nonostante i dirigenti fohlen preferissero cederlo al Bayern per via di un'offerta economica leggermente più vantaggiosa. 
Nella mente di Klopp, il biondo tedesco doveva prendere il posto del fantasista dagli occhi a mandorla, Kagawa, ceduto al Manchester United. E la mossa, come si è visto in questa stagione, si è rivelata vincente. Così come si era rivelata azzeccata la sostituzione di Sahin con Gundogan, nonostante le iniziali difficoltà riscontrate dall'ex fantasista del Norimberga, divenuto, oggi, uno dei migliori play bassi dell'intero panorama europeo. Negli ultimi due anni, nonostante i titoli tedeschi portati a casa, il Dortmund ha  modificato sempre qualcosa del suo fantastico scacchiere. E i risultati sono stati sempre lusinghieri. Certo, oggi parliamo di una doppia dipartita assai pesante, che va ad avvantaggiare la rivale numero uno in patria ed una delle avversarie più temibili in Europa. Ma chi saranno i sostituti dei partenti Gotze e Lewandowski? I nomi sono tanti. E vanno dal talentuosissimo Draxler, a Bony, fino ad arrivare a Herrmann e de Bruyne. Dalle testate non di origine tedesca, invece, rimbalzano alcune voci riguardanti Negredo, Eriksen e Isco.Per l'attacco,oltretutto, si fa largo un'ipotesi molto suggestiva: lo spostamento di Reus nel ruolo di prima punta, posizione che occupò con risultati decisamente ottimi nel periodo al Gladbach sotto la gestione Favre.

La sfida fra Bayern e Borussia, in scena ormai da tre anni a questa parte dopo i fasti di metà anni 90', sta diventando sempre più una partita fra due opposte filosofie di fare calcio. Il ricco, ricchissimo Bayern, da sempre leader indiscusso del calcio tedesco, costruisce le squadre a colpi di milioni di euro, in attesa che l'arrivo di Pep porti ad una rivisitazione dell'intera organizzazione del settore giovanile, che negli ultimi quattro anni non ha più saputo sfornare talenti all'altezza del blasone bavarese. I due colpi inferti alla rivale per eccellenza danno il senso della potenza dell'FCB, anche se le modalità lasciano parecchio perplessi. Annunciare l'acquisto di Gotze alla vigilia di una semifinale di Champions che, potenzialmente, potrebbe portare ad uno scontro diretto fra le due squadre all'ultimo atto, non è stato certo un gesto da signori. Ma d'altronde alcuni elementi della dirigenza bavarese, non sono nuovi a sgarri e atteggiamenti "spocchiosi". Inoltre, pur comprendendo la scelta di Gotze, bavarese di nascita ed emigrato a Dortmund a soli nove anni per giocare a calcio,  i tifosi schwarzgelben si sarebbero aspettati maggior gratitudine da parte del giovane fantasista tedesco, diventato campione nell'accogliente Vestfalia, lontano centinaia di chilometri dalla natia Baviera. Ma il Bayern, si sa, quando decide di comprare non guarda in faccia nessuno e punta dritto all'obiettivo con argomenti molto convincenti: i contanti. E nel mercato interno, se vuole indebolire una diretta concorrente, non bada a spese. La lista è lunga: Labbadia (bomber del Kaiserslautern dei miracoli), Scholl, Helmer (roccioso stopper di un ventennio fa, strappato proprio al BvB), Sforza, l'accoppiata Herzog-Basler dal Werder, Elber, Pizarro, Zè Roberto, Ballack, Lucio, Frings, Klose, Gomez e Neuer. In poche parole, il Bayern è una potenza. Il padre-padrone del calcio tedesco, dove arrivare secondi equivale sempre ad una sconfitta. 



La dirigenza giallonera, invece,  si muoverà come ha sempre fatto, ovvero con oculatezza, mantenendo un sano equilibrio economico e in un ottica di valorizzazione del proprio parco giocatori, composto prevalentemente da calciatori giovani. La filosofia schwarzgelben è ben precisa e chiara: scovare talenti spendendo il giusto, farli crescere sotto la sapiente guida di un maestro di calcio come Klopp e poi, perché no, rivenderli per mantenere sana una società che, volente o nolente, non ha le risorse economiche del Bayern. D'altronde, la paura del possibile fallimento è ancora un ricordo molto fresco: oggi è tutto fantastico a Dortmund, ma solo dieci anni fa la squadra ha rischiato di sparire per sempre dalle cartine geografiche del calcio tedesco. Ovvio, gli acquisti dovranno essere di un certo peso per dare continuità al fantastico progetto in corso, anche se sarà decisamente più importante  rispettare i dogmi tattici imposti dal mago Jurgen: spirito di sacrificio, grande movimento senza con o senza palla, pressing alto e asfissiante, squadra corta in grado di ripartire velocemente e, soprattutto, mentalità vincente. Klopp, infatti, oltre ad aver dimostrato grandissime capacità tattiche e tecniche (moltissimi i giocatori che hanno affinato le proprie abilità calcistiche sotto la sua guida), ha dato prova d'essere un eccellente motivatore e un ottimo psicologo. Ed è una persona a cui le sfide impossibilI piacciono da matti. In quest'ottica, battere il Bayern di Monaco di Guardiola sembra un'impresa irrealizzabile. Ma il gusto di provarci, di dare filo da torcere al padre-padrone del calcio tedesco, è uno stimolo troppo forte per uno come Jurgen, che, al tirar delle somme, ha poco da perdere: con le cessioni di Lewa ,Gotze e forse anche di qualche altro elemento (Hummels?), tutti danno il Borussia sconfitto in partenza. Una situazione ideale, quindi, per il tecnico tedesco, che potrà "rifondare" la squadra con i soldi incassati dalle cessioni d'elite e dal cammino in Champions League, per  presentarsi in maniera adeguata alla sfida contro Pep, che forse potrebbe essere l'ultima in Bundesliga. 
Dopo i mondiali del 2014, infatti, c'è una panchina che lo aspetta: quella della nazionale tedesca.


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